La visione di Equilibrium


Equilibrium prospetta una soluzione verticale della produzione di microalghe, basata sull’impego di illuminazione artificiale a LED ad alta efficienza e attentamente studiati come spettro di emissione ed intensità in modo da permettere l’ assorbimento dai pigmenti fotosintetici dei fotoni somministrati, evitando eccessi di luce che comporterebbero riduzione di efficienza fotosintetica e differenziando lo spettro a seconda si tratti di coltivazioni di cianobatteri (Spirulina sp.), microalghe (Chlorella sp.) e Diatomeee (Phaeodactlilum sp.). 

La coltivazione ha luogo 24/24 H. Infatti, a differenza delle piante superiori le microalghe (in generale) non richiedono periodi di buio per sintetizzare particolari componenti. 

 I vantaggi di questo tipo di approccio sono brevemente elencati di seguito:

  1. Svincolamento della produzione dai fattori ambientali. Il bioreattore illuminato artificialmente può essere di fatto installato ovunque.
  2. Possibilità di somministrare un preciso flusso fotonico (PFD) tale da non sorpassare l’intensità di saturazione luminosa della fotosintesi (Ek) cioè rimanendo entro la porzione lineare della curva fotosintetica. Questo consente di approssimare l’efficienza di utilizzazione della luce ad un valore vicino a quello teorico (circa 20% del PAR).
  3. Un altro punto di forza innovativo del sistema di illuminazione adottato da Equilibrium è la distribuzione quasi-uniforme della luce. Anche nei sistemi colturali indoor, siano essi tubolari o a pannelli, normalmente la luce viene somministrata dall’esterno. Questo comporta una perdita di luce assorbita dall’interfaccia (vetro o plexiglas, ecc.) che si stima intorno al 10%. Inoltre, per favorire l’esposizione alla luce delle cellule occorre imprimere alla coltura un moto turbolento che tuttavia non è mai capace di sottoporre le cellule ad un pattern ordinato di cicli luce-buio. Nel caso di Equilibrium le catenarie (le strisce luminose) direttamente immerse nella cultura, sono poste a distanza tale da distribuire in modo uniforme e sufficiente la luce, tenendo conto del coefficiente di estinzione della luce. In altre parole, nei sistemi colturali illuminati dall’esterno occorre muovere le cellule dal centro (con scarsa illuminazione o addirittura al buio) verso le pareti, viceversa con Equilibrium è la luce, propriamente distribuita dai LEDs che raggiunge le cellule senza dover sottoporle ad una elevata ed insoddisfacente agitazione. Tuttavia, un leggero mixing effettuato utilizzando aria compressa mista a CO2 (regolata automaticamente in base al pH), è necessaria anche per il PBR proposto da Equilibrium essenzialmente per evitare la sedimentazione delle cellule e per ridurre la tensione di ossigeno nel reattore.
  4. Con Equilibrium il consumo di suolo e molto limitato. In reattore si sviluppa verticalmente quindi il foot print è incomparabilmente più baso rispetto ai bacini aperti e ai fotobioreattori convenzionali, sia tubolari che a pannelli.
  5. Possibilità di produrre biomassa o un determinato prodotto (e,g ficocianina, PUFAS, fucoxantina, proteine, ecc.) in modo continuo e a concentrazione pressoché costante.
  6. Possibilità di adottare un processo continuo di produzione rendendo stabile la produzione e la composizione della biomassa.
  7. Il mantenimento della coltura ad un determinato steady-state aumenta sensibilmente l’efficienza secondo cui opera il bioreattore, in quanto la quantità di energia dissipata è molto contenuta.
  8. Omogeneità di illuminazione delle cellule. Questo è un aspetto molto importante in quanto Equilibrium soddisfa in pieno in quanto capace di somministrare la giusta quantità di luce evitando dissipazione sotto forma di calore (comunemente indicata come non-photochemical quenching NPQ).
Il punto 6 merita qualche ulteriore precisazione. Sin dall’inizio della biotecnologia della coltura di microalghe che può fatta risalire al dopo guerra e precisamente con la prima pubblicazione avvenuta nel 1953 ad opera della Carnegie Institution of New York (Burley 1953), l’argomento illuminazione ha seriamente occupato molti ricercatori. Il punto è che i mezzi in mano ad un biotecnologo di rendere omogenea l’illuminazione della coltura erano sostanzialmente due:
  • il primo, usare culture molto diluite in modo che la luce attraversasse l’intero strato di coltura, però diminuendo fortemente la produttività in quanto essa dipende anche dalla concentrazione, 
  • il secondo adottare colture dense quindi con elevato coefficiente di estinzione della luce ma imprimendo una elevata velocità (turbolenza) alla coltura. 

In alcuni casi si era anche prospettato che la turbolenza molta elevata potesse rendere possibile lo sfruttamento dell’effetto flash. Numerosi studi compresi quelli effettuati da Equilibrium hanno dimostrato che con Spirulina l’aumento della velocità oltre la turbolenza (Reynonds > 4000) non comporta misurabili aumenti di produttività mentre aumenta fortemente il consumo di energia. In qualche caso è stata persino riscontrata una diminuzione di produttività a causa del maltrattamento delle cellule specialmente filamentose (e.g. Spirulina). Tuttavia, una moderata agitazione con aria risulta utile per mantenere le cellule in sospensione e ridurre il rischio di tossicità dell’ossigeno che si accumula per effetto dell’attività fotosintetica. Ma anche questo su argomento sono stati pubblicati lavori controversi.

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